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Acqua, bene pubblico e gratuito

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Un concetto semplice che tuttavia oggi dobbiamo ripetere, ricordare, difendere e riprendere per sottrarlo alla quotidiana abitudine all’acquisto di migliaia di bottigliette a 1 euro che invadono le nostre discariche

Una frase semplice, un concetto banale, ma spesso paradossalmente inapplicabile in città prive o a corto di fontanelle pubbliche funzionanti e con acqua semplicemente “buona”

Ma non così a Torino: in centro o in periferia, nei parchi o nelle eleganti piazze sabaude, vicino a palazzi suntuosi o nei mercati fra le cassette di verdura generazioni di torinesi (me compresa) si sono dissetati agli oltre 800 “toret” (si legge turet!) sparsi in tutta la città

Fontanelle dalla forma semplice, lineare, con una piccola testa di toro dalla cui bocca sgorga acqua corrente, 24 ore su 24, chiamate appunto Toret perché in torinese la parola significa piccolo toro: un fratellino minore di quello rampante sullo stemma cittadino, un toretto simpatico e non aggressivo al quale anche i bambini si avvicinano fiduciosi, per bere e più spesso per giocare

Ai piedi dei toret, pensati per gli uomini e per l’igiene pubblica dai nostri lungimiranti e inaspettatamente moderni funzionari sabaudi, c’è anche una piccola conca pensata invece per dissetare i quadrupedi di passaggio

Piccoli bar cittadini, insomma! Per uomini e animali

E se un torinese educatamente v’invita “…. a bere qualcosa al Toro Verde” sappiate che non vi aspetta un calice di Barolo, ma una fresca bevuta a canna al primo toret sulla strada

Uno scherzo che ci godiamo un sacco a fare!

La storia dei toret è legata al rinnovamento e all’edificazione di una città che nel 1861 diventava Capitale del Regno e già da tempo pensava ad un moderno acquedotto, all’igiene pubblica e ad una fitta rete di approvvigionamento gratuito e sano di acqua potabile

Fin da quei tempi si pensò, ed ancora oggi si mantiene, un sistema a flusso continuo che è garanzia igienico-sanitaria: il ricambio costante di acqua nelle condotte di piccolo diametro, infatti, evita fenomeni di ristagno e sedimentazioni, incrostazioni o presenza di cariche batteriche e garantisce freschezza e gradevolezza dell’acqua

Infatti l’acqua dei toret è la stessa che arriva nelle case e forse migliore, perché mai ferma

E l’acqua non utilizzata? Ritorna in circolo nell’ambiente dal quale è stata prelevata, depurata e restituita con migliore qualità

Toret: simbolo di una città, amato dai torinesi perché spesso legato a ricordi d’infanzia o a vicende personali

Io stessa da bambina avevo il “mio “ toret nei giardinetti di Piazza Peyron.  Perfetta tappa per la merenda a metà strada tra la scuola e casa; le corse, i giochi e poi, cartelle a terra, gara a chi arriva primo a bere al toret! Quasi un rito

Tanto amati che oggi persino i turisti li cercano sulla mappa e talvolta segnano percorsi di visita “da toret a toret”

Gli stessi turisti ai quali nelle nostre case consigliamo di bere l’acqua del rubinetto e di usare le borracce; bene! A Torino potranno riempirle frequentemente di acqua fresca e pulita

Quindi torniamo al messaggio di partenza: acqua, bene pubblico e gratuito

Una risorsa da non sprecare, ma anche da “vivere” come la vivono i torinesi che bevono ai toret anche se in borsa hanno (ahimè) la bottiglietta di minerale, perché “quella la tengo per dopo”

Una città che non ha “ripreso” una tradizione:  l’ha sempre avuta

E’ una quotidiana abitudine che, oggi, in un mondo in cui dobbiamo parlare di conservazione delle risorse non rinnovabili ci accorgiamo che tante piccole fontanelle confuse nel panorama urbano, ma così caratteristiche da essere immediatamente riconoscibili potrebbero essere una risposta intelligente e di disarmante semplicità alla produzione di plastica ed allo spreco idrico.

Perciò, benvenuti a Torino!

Ci facciamo un bicchiere al “Toro Verde”!

Informazioni

Se volete saperne di più sui toret vi consiglio di visitare il sito dell’associazione ”ilovetoret”

https://ilovetoret.it/it

Un progetto per salvaguardare e valorizzare i Toret: potete per esempio adottarne uno e prendervene cura, anche a distanza

Se avete sete e non ne vedete in giro (ma certamente ce n’è uno dietro l’angolo) sappiate che è stata sviluppata un’applicazione per iphone: si chiama  iTorèt e serve a rintracciare le fontanelle in città